Il disegno rappresenta per i bambini sia una modalità espressiva che un’interazione con l’ambiente e si evolve con il progredire dello sviluppo neuro-psicomotorio indipendentemente dalla cultura, passando dallo scarabocchio al tipo di disegno definito da Luquet del realismo visivo verso gli 8/9 anni.
Lo scarabocchio rappresenta per il bambino una vera fase dell’evoluzione grafica. La possibilità di lasciare delle tracce su un foglio è un modo per affermare se stesso e di autocompiacimento che procura al piccolo sia l’approvazione degli adulti che uno stato di benessere, oltre che di comunicazione con il mondo esterno.
Lo scarabocchio si presenta all’incirca intorno ai 2 anni con un segno che si realizza in diverse direzioni in maniera disordinata e soprattutto senza che acquisisca un significato. Successivamente la coordinazione oculo-motoria si evolve ed il bambino comincia a diventare consapevole delle tracce lasciate dai suoi movimenti ed inizia anche ad utilizzare diversi colori.
Le “tappe “ dello scarabocchio, come già detto, si trasformano con il progredire dell’età. A circa 12 mesi ad esempio i primi tentativi grafici non mirano a far scivolare un colore sul foglio, ma riuscire a centrare il foglio stesso è già una conquista; a 18 mesi, con il maggiore coordinamento motorio, il bambino riesce già ad eseguire delle tracce, all’inizio ripetitive per avere conferme sulle sue capacità e poi provando nuove forme per il piacere di sperimentare cose nuove.
A 2 anni il bambino riesce a realizzare degli scarabocchi circolari attraverso un “realismo” fortuito dove la somiglianza alla realtà è assolutamente causale.
Verso i 3 anni i piccoli riescono ad eseguire delle linee verticali associate ad una presa di coscienza di un proprio sé ed al desiderio di rappresentare una precisa realtà che però si scontra con la difficoltà grafica a causa ancora della difficoltà del controllo dell’attività motoria.
Questa fase per il bambino è causa di 2 contrastanti emozioni, infatti se da una parte viene gratificato perché gli viene detto che ha eseguito un bel disegno (sicurezza di sé), subito dopo gli si chiede cosa rappresenti (insicurezza).
Solamente verso i 4 anni possiamo parlare di inizio del disegno infantile, il piccolo comincia ad unire 2 o più forme creando delle figure simili alla realtà che lo circonda.
I primi tentativi di rappresentazioni sono legate, infatti, al contesto di vita del bambino, i cerchi, le linee rappresentano per il bambino: la casa, un albero ed una figura umana.
Più tardi i disegni si arricchiranno di particolari sempre più precisi e la gamma dei colori sempre più vasta anche se la preferenza cadrà sempre su colori forti.
E’ da tener presente che il colore utilizzato non corrisponde al reale colore dell’oggetto, ma alla rappresentazione che il bambino ha dell’oggetto rappresentato ( cavallo rosso, prato azzurro…) questo può derivare da un fatto puramente casuale ( vicinanza del colore),dalla preferenza di un particolare colore oppure dalla psicologia del bambino. Solamente più tardi si passa ad una convenzionalizzazione del colore per cui tutti i tetti sono rossi, tutti i prati sono verdi…
In questo periodo vi sono due aspetti caratteristici del disegno: la trasparenza e la mancanza di prospettiva. Il bambino, infatti, se ad es. disegna un albero, verranno anche disegnate le radici, ed altri elementi rappresentati solamente nella sua mente, questo indica quanto per il bambino nel disegnare l’aspetto visivo abbia poca importanza.
Dai 5 anni in poi il disegno è sempre più aderente alla realtà, si arricchisce di particolari, si utilizzano le sfumature del colore, le proporzioni sono rispettate, il bambino ragiona su ciò che rappresenta ed inizia a diventare critico nei confronti del suo operato.
Perché è tanto importante il disegno infantile?
Il disegno, anzi già lo scarabocchio assume un significato espressivo e personale differenziandosi per ogni bambino in relazione del proprio carattere e temperamento, uno scarabocchio lasciato con un tratto leggero, oppure in un piccolo spazio con molta probabilità ci fa pensare ad un bambino dal carattere tranquillo, al contrario un tratto forte al centro del foglio ci fa presuppore di trovarci di fronte ad un bambino dal carattere forte ed egocentrico.
Il disegno infantile, oltre ad una attività ludica, assume grande importanza così come negli adulti, per comprendere, quindi, la personalità del soggetto che ci si trova davanti e viene utilizzato dagli psicologi, come test neuropsicologico perché proprio attraverso il colore, il tratto, la pressione, la disposizione nello spazio si acquisiscono numerose informazioni. Una impugnatura morbida la possiamo associare ad una normale tensione emotiva, una pressione marcata, l’utilizzo di una parte ristretta del foglio, l’utilizzo prevalente del colore nero o scuro, può rappresentare che il bambino sta cercando di gestire una difficile emozione, quale ad esempio la paura.
Bisogna però ricordare che questo come altri strumenti diagnostici, vanno usati solamente da professionisti del settore e sempre in unione con altri fattori: colloquio clinico, comportamenti,anamnesi… e soprattutto che un solo disegno non è rappresentativo di un tratto del carattere ma può anche solo rappresentare un momentaneo stato d’animo.